Scusate. Non entro nel merito della storia raccontata. Non entro, men che meno, nel merito della questione "eutanasia". Mi fermo a un FATTO . Oggettivo. Nel giro di pochi giorni, lo stesso quotidiano e lo stesso articolista pubblicano, e con notevole risalto, due storie che collegano senza mezzi termini "Sclerosi multilpla" e " scegliere l'eutanasia". Ora. Non mi si venga a dire che i giornalisti sono giornalisti e che il loro mestiere è dare le notizie. Una storia, intanto, non necessariamente - per fortuna - è una notizia. Anche tutta una serie di agganci, di riferimenti, di particolari che sono riportati nella storia ( assolutamente leciti e sicuramente veri) e che hanno uno spessore e un senso e un significato IN QUELLA PARTICOLARE storia, assurgono per il fatto stesso di essere raccontati su un giornale, in Tv, in rete, a notizia e fatto essi stessi. Il racconto di storie come queste , naturalmente e per fortuna, avviene con il consenso e secondo il giusto desiderio- dal loro punto di vista- dei protagonisti raccontati. Ma che ne è dei lettori? In particolare dei lettori ammalati della stessa malattia e delle loro famiglie? Non è detto, non è affatto detto, che quello che si genera, si sviluppa e matura in un certo contesto, e che lì ha un suo significato, sia colto nello stesso modo in un contesto completamente diverso. Diciamo la verità: il lettore , in questo caso, subisce passivamente SENZA PREPARAZIONE, SENZA INFORMAZIONI DI CONTORNO, SENZA CONTRADDITTORIO O CONTRALTARE l'impatto di una notizia che può avere effetti negativi e negativissimi. Senza contare che la pubblicazione così, per coincidenza (?!), di queste due scelte radicali di ammalati di sm è il modo migliore per instillare nel sentire comune il fatto che questa malattia sia un'autostrada diretta e garantita per la tragedia senza sbocchi. Io capisco tutto. Specialmente le scelte delle due persone raccontate, a cui va tutta la mia simpatia e il mio affetto. Non capisco per nulla, però, come un giornalista o un giornale non si rendano conto di come dare notizie IN QUESTO MODO sia un entrare a gamba tesa nelle vicende più intime e personali di moltissime persone e delle loro famiglie, configurando un fallo grosso come una casa. E questo, mi piace precisarlo, vale anche per tutti quei casi in cui sono storie di segno esattamente opposto che vengono squadernate nella piazza della informazione: pezzi, servizi e post che sbattono in prima pagina casi umani che vogliono essere a tutti i costi " edificanti" e apologetici. Con la conseguenza di generare nel pubblico di cui sopra danni uguali e contari a quelli evidenzati prima. Chi si trova nella situazione -certamente non voluta e non amata- di affrontare in prima persona o in accompagnamento il viaggio indesiderato della malattia, sa benissimo che non c'è niente di piu' intimo, personale e vitale del proprio stesso viaggio, e che ogni grossolano intervento dall'esterno ha lo stesso risultato disastroso che ha un elefante in un negozio di cristallerie. Spero che La Stampa e il suo articolista vogliano ripensarci e cercare di rimediare. www.lastampa.it/2016/03/08/italia/cronache/eutanasia-in-viaggio-con-susanna-vi-racconto-i-miei-ultimi-istanti-di-vita-yZIlB1I1M7EgaDFFwMnotJ/pagina.html
1 Comment
|
Categorie |